L’albero del mangostano e i suoi utilizzi fitoterapici

La scorsa settimana abbiamo iniziato a parlare qui della Garcinia Mangostana, l’albero sul quale cresce il mangostano e oggi vorrei continuare il discorso descrivendoti gli usi fitoterapici di questo albero impiegati dalle popolazioni autoctone del Sud-Est asiatico per alleviare un gran numero di disturbi e malesseri. Vediamo quali sono le parti utilizzate e a che cosa servono.

Benefici dell'albero di mangostano

Prima di tutto va detto che la maggior parte degli elementi benefici presenti nel mangostano si ritrovano in misura minore anche nella corteccia dell’albero e nelle foglie. Qui, proprio come nel frutto, si possono trovare stilbeni, catechine, tannini, xantoni, stilbeni, steroli e flavonoidi, molecole organiche dotate di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

La corteccia della Garcinia Mangostana ha buone proprietà astringenti e disinfettanti. Di solito viene prelevata la parte superficiale dalla quale si ricava un decotto che allevia le afte della bocca e le infiammazioni del cavo orale provocate da ascessi e piccole ferite.

Le foglie essiccate invece vengono utilizzate in infusioni che si rivelano utili per mitigare ulcere della pelle, micosi e ferite grazie alla loro azione antimicotica e antimicrobica. In questi casi, oltre all’assunzione sotto forma di tisana, si impiegano anche le foglie fresche come cataplasma da applicare sulle zone di interesse. L’infusione di foglie secche ha anche proprietà antipiretiche e viene consumata durante tutto il giorno per abbassare la temperatura corporea.

Il pericarpo del mangostano è considerato un ottimo rimedio contro la diarrea e la dissenteria amebica grazie alla sua azione astringente. Le popolazioni autoctone lasciano macerare la buccia del mangostano per alcune ore nell’acqua di cottura del riso e poi consumano il preparato a piccoli sorsi durante tutto l’arco della giornata.

Infine la radice essiccata e ridotta in polvere viene consumata sotto forma di infusione per alleviare i dolori mestruali.

Tuttavia della Garcinia Mangostana non si butta via niente e trova altri impieghi. Ad esempio dalla sua resina bianco-giallastra viene ricavato un pigmento impiegato nella tintura dei tessuti e i tannini presenti nel pericarpo del mangostano sono utilizzati per trattare il cuoio e per colorarlo di nero. I semi invece sono ricchi di acidi oleici e acidi stearici dai quali si ricava un ottimo surrogato del burro e dell’olio di Ghee, prodotto culinario derivante da altre specie di Garcinia.

 Niente male l’albero del magostano, vero? Se vuoi saperne di più o hai qualche domanda in proposito, lascia un commento e cercherò di darti le risposte che cerchi.

A presto.

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